• 29 Aprile 2024

Se nemmeno dopo questa ennesima carneficina le forze politiche in Parlamento si uniranno, trasversalmente, per rispondere con un “Piano straordinario di emergenza per il contrasto alle morti sul lavoro” vorrà dire che questo Paese non ha più speranze. Immigrazione, anche irregolare, contratti di lavoro non coerenti con le costruzioni, catena lunghissima di subappalti, imperizia e chissà quanto altro si scoprirà, hanno ucciso altri 5 lavoratori e altri 3 feriti gravemente. C’è davvero tanto di cui discutere, ma il problema non è discutere ma agire. Tra l’altro lo stesso giorno altre due persone sono morte in agricoltura con il ribaltamento dei trattori. Le parole di cordoglio non sono mancate, figuriamoci. Ma si passa subito appresso e tra due giorni i morti della Esselunga a Firenze saranno già nel dimenticatoio. Come Luana D’Orazio e come i ragazzi di Brandizzo. “E la strage va” …parafrasando Fellini.  Ma cos’altro deve succedere per cambiare le cose? Possibile che non ci sia modo di smuovere davvero le coscienze di chi governa e legifera? I morti sul lavoro sono dramma e lutto.  In più costano alla collettività decine di miliardi di euro. Sono un costo che giustificherebbe qualunque investimento per un massiccio piano straordinario di intervento urgente. Trasversale a tutto l’arco parlamentare.  Invece siamo ancora a cincischiare sull’approvazione di una legge per insegnare la prevenzione per la salute e la sicurezza sul lavoro nelle scuole. Siamo ancora a cercare di riempire i ranghi dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro con i pochi Ispettori promessi dall’allora ministro Orlando al Presidente Mattarella. Siamo ancora che la ragioneria generale dello Stato boccia emendamenti per far spendere più soldi all’Inail per “mancanza di copertura”, quando ci sono decine di miliardi di euro disponibili in quell’Ente. Il Parlamento ha trovato il modo di fare debiti pubblici enormi per il 110% dei cappotti degli edifici. Ora faccia in modo di legiferare urgentemente su una emergenza nazionale per potenziare la consulenza alle imprese, la formazione ai lavoratori, la prevenzione strutturale e i controlli. Controlli molto più numerosi di ora, dove è più facile fare 6 al Superenalotto che essere ispezionati. Infine, una nota dolorosa: smantellare il codice degli appalti pubblici, dando modo di subappaltare a go go, come è stato fatto dallo scorso luglio, sta dando i suoi frutti avvelenati. Su questo ci si aspetterebbe una reazione coesa delle forze sindacali, soprattutto davanti a questa ennesima strage, cosa che non pare esserci. Dividersi davanti a queste tragedie non ispira molta fiducia!

1 commento su “E LA STRAGE VA”
  1. Un commento sereno è difficile che riesca a farlo, per la gravità della tragedia, purtroppo ormai la Nostra Italia è governata da un circo di soli Pagliacci e Faccendieri che sguazzano nel torpido di conseguenza l’anarchia regna sovrana.

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