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Modifiche al Testo Unico della salute e sicurezza. Un’occasione persa

DiRedazione

Gen 10, 2022

Tanto tuonò che piovve. Dopo oltre tredici anni dalla sua emanazione il D.lgs.81/2008 – “Testo unico” sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (TU) – è stato modificato in alcune parti molto significative.

Nonostante da tempo la situazione richiedesse un aggiornamento delle norme, le modifiche sono figlie della indignazione emozionale legata alle morti sul lavoro avvenute di pari passo  con la ripresa delle attività produttive che, anche se non in tutti i settori, sta andando ben oltre il prevedibile rimbalzo post lock down.

Queste modifiche, introdotte dal D.L. “fiscale” (DL 21.10.2021 N.146, convertito con modifiche nella Legge 17.12.2021 n.215) sono state così rilevanti, soprattutto nel Capo III, da far parlare di una sorta di miniriforma, visto che toccano ben 14 articoli e un Allegato.

Per brevità, in questo primo editoriale dell’anno 2022, voglio sottolineare l’argomento modificato più significativo, che è la vigilanza dell’applicazione delle norme in materia di salute e sicurezza (ex art.13 del TU).

Modifiche importanti ma, secondo il mio parere, non sufficienti a dare una sterzata vera alla situazione. La vigilanza dell’applicazione delle norme affidata all’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL), in coabitazione con le ASL, suscita molte perplessità. 

Che la frammentazione di questa funzione fosse un problema era noto, anche More Safe lo ha più volte sottolineato, ma ho seri dubbi che quella adottata sia la soluzione del problema. Ne parleremo più approfonditamente in una prossima occasione. 

Quello che più mi interessa sottolineare è quello che manca in queste modifiche, che sono improntate più alla repressione che alla prevenzione. La vigilanza e le sanzioni sono importanti e la scarsissima possibilità delle aziende di essere ispezionate produce troppe disinvolture, ma spesso il problema è nella carente e consapevole pratica di una prevenzione partecipata.

Accenno brevemente anche questo altro aspetto che, invece, non è stato modificato e per questo penso che siamo di fronte a un’occasione persa, perché è mancato il salto di paradigma su due aspetti che ritengo fondamentali per debellare gli infortuni:

  • Una formazione tecnica maggiore per i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS);
  • Una forte incentivazione all’adozione di modelli di organizzazione e gestione (MOG-SGSL) ex art.30 del TU.

Sarebbe pieno interesse di sindacati e datori di lavoro spingere su questi aspetti, anziché contrastarsi spesso sterilmente. Una nuova modifica del Testo Unico quando ci potrà essere? Dopo altre migliaia di morti assurde come quelle che abbiamo visto succedere negli ultimi tempi? 

Non può essere la sola repressione dall’esterno la soluzione, ma deve crescere una coscienza consapevole e partecipata della prevenzione in ogni azienda, tramite rappresentanti formati meglio e sistemi di gestione della sicurezza che, oltre a far partecipare tutti alla questione sicurezza anche come aspetto di business, aiutano moltissimo a non sbagliare.

Questi modelli di gestione sono ancora troppo poco diffusi perché hanno un costo ma i vantaggi, in primis per i datori di lavoro, sono enormi.

Finanziamoli in qualunque modo sia possibile (crediti di imposta, esenzione tariffaria Inail, incentivi mirati) e recuperiamo una quota di quel 6,3% di PIL che costano gli incidenti e le malattie professionali al Paese, soprattutto abbattiamo il numero degli incidenti.

Risparmieremmo tanti lutti, mutilazioni e drammi e, finalmente, finiremmo di leggere e ascoltare messaggi di indignazione postuma, ripetitivi quanto sterili.

Giovanni Luciano