31 agosto 2022
Puntuali ogni mese arrivano i numeri impietosi sugli infortuni sul lavoro che l’Inail rende noti.
Nei primi sette mesi del 2022 l’aumento delle denunce rispetto allo stesso periodo del 2021 è stratosferico: +41%. Anche le malattie professionali denunciate sono in aumento del 6,8%.
Se a questi numeri si aggiungessero anche quelli non rilevati di chi lavora in nero o che, banalmente, è tra quei 3,5 milioni di lavoratori non coperti dall’Inail, si avrebbe un numero ancora più drammatico.
Ma la cosa sembra non interessare nessuna forza politica impegnata in campagna elettorale. Perché?
Forse ci si illude che la questione sia in via di risoluzione, in attesa dei nuovi ispettori dell’INL, annunciati a ripetizione dal Ministro Orlando. Chi lo fa avrà una grande delusione. Non saranno poco più di 1000 ispettori che, al netto dei pensionamenti di quelli che ci sono oggi, potranno gestire un fenomeno che si dispiega su più di 4 milioni e 600 mila aziende in Italia.
Personalmente ho provato a farmi sentire anche dove milito a tempo perso, ma non c’è audience.
Che non ci sia per il sottoscritto non è un problema, ma che non ci sia per questo esercito di vittime non è ammissibile.
Certo, la questione è complessa e c’è già una legge (d.lgs 81/2008 e smi), anche troppo strutturata, ma gli infortuni ci sono lo stesso come e più di prima!
Proprio per questo bisognerebbe chiedersi cosa si può fare e impegnarsi per cambiare le cose.
La vigilanza tramite le ispezioni è importante, ma da sola non basta, perché di ispettori ce ne vorrebbero 10.000 e non 1000.
Ci si dovrebbe impegnare per aggiungere:
Credito di imposta o esenzione biennale della tariffa INAIL alle aziende che adottano modelli o sistemi di gestione della sicurezza (MOG -SGSL ex art.30 d.lgs 81/2008) – per far vivere la prevenzione in azienda come fondamentale;
Revisione del ruolo e delle competenze tecniche di cui dotare i Rappresentanti dei lavoratori RLS – perché ne hanno bisogno e lo hanno chiesto loro (indagine Impact-2017);
Creare nell’INAIL il Polo Unico della Sicurezza sul Lavoro, che coordini e indirizzi le Azioni di ASL e di INL – Perché adesso c’è troppa frammentazione di competenze.
L’agenzia europea della sicurezza sul lavoro (EU-OSHA) ha pubblicato uno studio che stima nel 6,3 per cento del PIL il costo di infortuni e malattie professionali per l’Italia. Oltre ai lutti e al dolore si aggiunge ogni anno un costo per la collettività di più di 100 miliardi di euro.
Direi che ce ne sarebbero tante di risorse per finanziare le proposte ma, se non bastasse ciò, ricordo che ci sono 40 miliardi di giacenza liquida infruttifera di INAIL. Soldi pagati dalle imprese per i lavoratori non per sostenere il debito pubblico.
Di tutto ciò, purtroppo, non si parla in campagna elettorale…i morti, si sa, non votano.
Giovanni Luciano