• 24 Giugno 2025

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LA SICUREZZA SUL LAVORO NON SIA IL GIOCO DELLE TRE CARTE

DiRedazione

Mag 16, 2025

Giovedì 8 maggio 2025 il Governo ha incontrato i Sindacati dei lavoratori per parlare delle ingenti risorse economiche da mettere in campo da utilizzare per debellare il triste fenomeno degli infortuni sul lavoro. Le cifre messe a disposizione sono cospicue: ben un miliardo e duecentocinquanta milioni di euro. 

La prima novità che è emersa, prima volta nella storia,  è che questi soldi sono tutti dell’Inail. Il che non è sbagliato, vista la situazione degli avanzi di bilancio costanti negli anni da parte di questo Ente (+ 2.678.476.172 euro per il consuntivo 2024, approvato il 13 maggio 2025, che si sommano a quelli degli anni precedenti e che hanno portato a un fondo di cassa di più di 44 miliardi di euro (!) (44.088.117.385). 

Bene, si direbbe a prima vista, ma forse è meglio guardare le cose con più attenzione per capire di cosa si tratta ed evitare “effetti ottici”.

Innanzitutto la somma dichiarata è composta da due addendi: 600 milioni di euro, che erano  già stati deliberati dal CIV INAIL a dotazione del Bando ISI 2024 ai quali si sommano altri 650 milioni, sempre da reperire nel bilancio Inail, destinati nelle previsioni ancora non precisate a: formazione obbligatoria rafforzata anche attraverso i fondi interprofessionali, premialità per le imprese virtuose con scontistica sul meccanismo bonus-malus della tariffa Inail e altre questioni di questo tipo a favore del sistema produttivo del Paese, come la valorizzazione delle figure della sicurezza con l’accesso gratuito alle norme UNI. Insomma. una serie di proposte tese alla promozione della prevenzione. 

Quindi cosa c’è che non va? Tutto perfetto! Ma occorre fare alcune precisazioni e sviluppare delle considerazioni con dati alla mano. 

Innanzitutto i Bandi ISI, che sono finanziamenti a fondo perduto per il 65% della spesa, o per l’80% in alcuni casi, messi a disposizione alle aziende che facciano investimenti per la diminuzione strutturale dei rischi con aumento della sicurezza nei loro luoghi di lavoro (cambio macchine e attrezzature, implementazione di modelli organizzativi di gestione, acquisto macchinari e altre attrezzature, rimozione amianto, ecc. ecc.).

Dal 2010 a oggi hanno messo a disposizione un totale di poco più di 4 miliardi (4.125.824.203 euro) compresi i 600 milioni in essere in questo periodo, ma ne sono stati liquidati poco più di 1,5 miliardi (1.546.157.599 euro) al netto del bando ISI 2024 (i 600 milioni famosi). Siamo al 39% circa di finanziamento liquidato, che ha   lasciato ad oggi nelle casse dell’Inail residui per circa 2 miliardi (1.977 milioni). 

Questo perché, molto succintamente, i meccanismi di finanziamento sono molto selettivi e tecnicamente delimitati da allegati tecnici ben precisi e molto rigidi che, se non rispettati, fanno decadere le domande ammesse al netto dell’avvenuto superamento del tanto criticato click day. 

Sulla scontistica da bonus-malus vedremo quali saranno le proposte mentre per quella incentivata dalla presentazione del “modulo OT23”, che prevede percentuali di sconto crescenti al diminuire del numero degli addetti dell’azienda richiedente, si assiste a una consuntivazione di meno di 30.000 aziende richiedenti su oltre 3 milioni e mezzo di aziende in portafoglio Inail. Anche qui, farraginosità, complessità e ritorno dopo oltre un biennio dall’investimento fanno sì che sia uno strumento che vede più cifre messe a disposizione che spesa consuntivata (il bilancio di Inail cuba intorno ai 12-13 miliardi di euro e per questa spesa a consuntivo si sta tra i 150 e i 200 milioni di euro…).

Analogo discorso vale per i Bandi Inail per la formazione, che hanno necessità di molto tempo per arrivare alla emanazione, ma che poi vedono spesso diversi assegnatari che non riescono a completare i corsi presentati per scarsità di partecipanti alle aule o per altri limiti non superati. In questo ambito vanno certamente studiate alternative per rendere più attrattivi e fruibili i bandi da parte delle aziende, che sono quelle che devono mettere in aula i lavoratori per intere giornate sottraendoli al servizio o dalla produzione.

Le cause degli ingenti avanzi dell’Inail, ovviamente, non sono solo quelle appena accennate ma anche molte altre riassumibili sinteticamente in una bassa possibilità di spesa per organici ancora troppo deficitari, per farraginosità burocratiche eccessive, per un evidente mancato equilibrio tra entrate e prestazioni a favore degli assicurati e per una drammatica mancanza di autonomia,  che possa far decidere all’Istituto dove destinare le risorse che esulano dall’ordinaria amministrazione. Per qualunque cosa serve una norma del legislatore, nonostante sia un Ente con Presidente, Direttore Generale, CdA, CIV, Magistrato della Corte dei Conti e con un collegio dei sindaci revisori composto da ben sette membri indicati dai Ministeri vigilanti (Economia e Lavoro). 

Personalmente sono tra quelli che, da anni, hanno invocato di mettere a disposizione quote consistenti di avanzo economico dell’Inail per migliorare la sicurezza sul lavoro in Italia e, quindi, plaudo all’iniziativa del Governo. 

Però attenzione a che non diventi una sorta di “gioco delle tre carte”.  Perchè se queste risorse verranno appostate in canali già noti che vedono, tra le cifre “bandite” e quelle spese, ben più del 50% di non erogazione , e questo è dimostrato da tonnellate di documenti, non se ne esce.

Quindi: bene l’utilizzo strutturale del surplus Inail per sostenere la prevenzione ma attenzione che poi queste siano a sostegno di azioni diverse da quelle già in essere. Personalmente farei altro, come ho già avuto modo di dire ampiamente in ogni sede. Cose che ribadirò, ma per ora seguiamo tutti con interesse cosa succederà davvero dopo gli annunci e le sfilate della Sala Verde.

Giovanni Luciano

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