Una seconda edizione degli “Stati generali della sicurezza”, in Parlamento, e’ stato un atto di buona volontà e di coinvolgimento che va molto apprezzato. Tre giorni di lavori nel Palazzo di Montecitorio, infatti, hanno caratterizzato l’impegno degli organizzatori e dei numerosi stakeholders convocati dalla Presidente della “Commissione Parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati”, On. Chiara Gribaudo.
Parti sociali sindacali, datoriali e dei lavoratori, istituzioni e associazioni specializzate in questo ambito della salute e sicurezza del lavoro hanno riempito i parterre delle iniziative previste nella tre giorni dal 21 al 23 ottobre 2025 nella Camera dei Deputati. Abbiamo partecipato anche noi.
Dopo la cerimonia di apertura con i saluti istituzionali il primo panel del mattino ha visto impegnati sindacati e associazioni datoriali e, aspetto emozionale toccante che ha smosso le coscienze, anche la testimonianza di alcuni parenti delle vittime della stragi di Brandizzo e di Casteldaccia, oltre a quella della madre di un ragazzo, poco più che ventenne, travolto e ucciso dallo sganciamento di un carico in un cantiere del Veneto.
Il panel, molto nutrito, però, ci ha lasciati perplessi, in relazione al fatto che, in una sorta di scaricabarile, in ogni intervento sembrava che le responsabilità dell’ecatombe fossero da addebitare sempre a qualcun altro. Per essere chiari, come abbiamo già avuto modo di affermare, nessuno si è posto la domanda di dov’è che il sistema sta sbagliando, atteso che, nonostante vari interventi legislativi restrittivi, il numero delle persone che perdono la vita o che restano gravemente compromesse è ancora quello fermo ormai da quasi vent’anni a più di mille morti l’anno.
Solo un intervento ha sottolineato che il sistema, la classe dirigente, deve chiedere scusa alle vittime e ai loro familiari. Questo intervento è stato svolto da Angelo Raffaele Margiotta, Segretario Generale della Confsal, una Confederazione magari piccola ma che svolge una grande e costante azione di attenzione e proposta mai banale sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Nella seconda giornata vi è stato un po’ il clou della manifestazione con due panel dedicati:
- alla Formazione Scuola-Lavoro, dove gli aspetti relativi agli infortuni in ambito scolastico sono stati analizzati pensando al processo cognitivo delle ragazze e dei ragazzi e a come rendere efficace la formazione;
- alle tecnologie per la formazione su salute e sicurezza, dove il Prof. Tiziano Treu e il Prof. Michele Faioli, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, hanno illustrato i tratti di una ricerca di quella Università circa l’utilizzo delle nuove tecnologie, compresa la Intelligenza Artificiale, per lo sviluppo di pratiche e di dispositivi che aumentano la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali in maniera considerevole.
Nel pomeriggio dello stesso giorno tre gruppi di lavoro si sono confrontati su tematiche particolarmente importanti in questo periodo:
- Innovazioni legislative 2024/2025: patente a crediti e nuovo accordo Stato-Regioni sulla formazione;
- Salute e sicurezza nel settore della logistica;
- Benessere mentale, diritto alla disconnessione, stress lavoro correlato.
I risultati di quanto sviluppato nei gruppi di lavoro è stato “restituito” alla politica il mattino seguente nel terzo e ultimo giorno, prima dell’ultimo Panel relativo alla giustizia:
“Salute e sicurezza sul lavoro: quale giustizia nel 2025” con la relazione della Dott.ssa Avv. Rita Sanlorenzo, magistrato, avvocato generale presso la Procura generale Corte di Cassazione.
Che si sia svolta, per il secondo anno, questa iniziativa, quasi una fiera specializzata, in una sede del Parlamento, è un merito di chi l’ha pensata e organizzata. Così come è importante l’iniziativa del Ministero del Lavoro, con il coinvolgimento delle Parti Sociali, che sta per emanare un nuovo Decreto Legge in materia di safety.
Grande fermento, quindi, e sforzi per capire cosa si può fare ancora. Bene.
Ci permettiamo solo di sottolineare che, prima di produrre ulteriori norme di legge, bisognerebbe prima monitorare gli effetti di quelle appena fatte. Per esempio, al di là che l’Inail ci metterà ancora tempo prima di rilasciare dati stabilizzati, che effetto ha avuto nelle costruzioni la patente a crediti? Non c’è bisogno della Consulenza Statistica Attuariale di quell’Istituto per mettere in piedi una task force di monitoraggio, dopo un anno i primi segnali si dovrebbero già vedere.
Nell’emanando decreto legge del Ministero del Lavoro si prevede un incremento nella pianta organica dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro di 500 nuovi ispettori. Apprezzabile il numero, ma è ancora troppo poco e, soprattutto, questi ispettori sono pagati in modo “non attrattivo” rispetto al mercato privato, ma anche rispetto a quelli in forza all’Inps e all’Inail. Insomma, tante belle parole, iniziative tantissime, ma poi ci sono i fatti…
